venerdì 22 gennaio 2010

Due grossi problemi


Attenzione micropalle all'ascolto, il tema di oggi per voi è troppo scottante...si parla di zinne. Si consiglia la lettura al solo pubblico adulto.
Mi sento in dovere di spezzare una lancia in favore delle superzinne, voglio essere la voce di quelle donne che mamma le ha fatte con due grossi problemi, e nessuno prova per loro un po' di comprensione, di empatia...
Perchè a lamentarsi e a trovare conforto sono sempre quelle col problema opposto, le minizinne/absentzinne.
Che generalmente almeno una volta nelle vita dicono la fatidica frase di autoconvincimento-acidità-anti-superzinna del tipo “beh, le mie quando sarò vecchia staranno su, quelle grosse arriveranno alle ginocchia”
Grazie tante, ti credo che per due smarties è più semplice resistere alla forza di gravità rispetto a due meloni. Cribbio. Non è necessaro essere ferrati in elettrodinamica quantistica per fare questi ragionamenti del menga.
Comunque tornando alla mia linea difensiva, le zinne, che sembrano ad alcuni un dono quasi divino, un passepartout per avere successo con gli uomini e nella vita in generale, comportano in realtà alcuni grossi svantaggi, che vi elencherò di seguito
1)Non è vero che aiutano ad accalappiarsi l'omo...occhio alla frase del secolo, reale, giuro, anche se non pronunciatami direttamente in faccia (suerte va la'!!)
“mettono soggezione”.
Prego??mettono soggezione???ma dico, dovrebbero mettere un sacco di altre cose, ma non soggezione! Un professore mette soggezione, un capo, un genitore severo, le zinne non interrogano, non licenziano e non ti spediscono in punizione, perchè mai dovrebbero mettere soggezione?? cioè, spiegami, signor micropalla numero mille, dai loro del Lei? Chiedi il permesso di sbirciare in carta bollata??
2)Durante la prova bilancia nessuno considera mai il peso specifico delle zinne.
Fatto sbagliatissimo perchè per par condicio andrebbero tolti un paio di kili per zinna, a spanne.
3)Quando indossi uno di quei fantastici costumini a triangolo l'effetto è quello di un paio di tiranti che sostengono a fatica tutta l'impalcatura lì sotto, e ti ritrovi col collo seghettato dallo spago, che sulla pelle generalmente ustionata è un piacere.
4)Se ti dimentichi il reggipergole sportivo e ti azzardi lo stesso a fare allenamento sei una donna finita. Un paio d'ore di sballonzolamento di zinne, tutto un saltellare di qua e di la, libere e felici, che fai quasi fatica a tenere il ritmo della corsa per colpa del contraccolpo fuori tempo; episodi tellurici e rivoluzioni terrestri. Ve lo sconsiglio.
5)Facendo due conti, alla fine della tua vita di donna hai speso un sacco in più delle microzinne:
più superficie → più crema corpo→ le creme costano una cifra → le zinne costano un tot al centimetro quadrato.
6)Quando prendi il sole in spiaggia a pancia in giù, devi prima creare due postazioni su misura nella sabbia, tipo la pista per le biglie, però per le bocce. Se no si schiacciano come due piadine. Ho recentemente scoperto che in questo potremmo contare sulla solidarietà maschile, anche loro infatti usano crearsi un ripostiglio per riporre il ninnolo quando si vogliono abbronzare la schiena.
7)Sono ingrombanti e poco gestibili. Occhio a questo episodio perchè con questo ho vinto il premio cazzara dell'anno nel mio ufficio... io non ho un rapporto esattamente idilliaco con le tecnologie, nonostante il mio lavoro abbia un nome molto molto fico e molto molto IT-experienced. Dunque qualche giorno fa notavo che il mio PC si comportava in modo piuttosto bizzarro. Io scorrevo la pagina col mouse verso l'alto e la pagina mi scendeva velocissimamente dalla parte opposta, impazzita. Poi a volte rotolavo la rotella del mouse (è proprio il tecnicismo per questa operazione) e invece di spostarmi nella pagina mi si zoomava tutto al 100.000% di grandezza. Insomma un PC con vita propria. Stavo giusto alzando la cornetta per chiamare un tecnico a risolvere l'evidente guasto, quando nello sporgermi in avanti ho avuto un'illuminazione....sarebbe stato piuttosto imbarazzante se il tecnico mi avesse spiegato che il pc non aveva vita propria, bensì erano le mie zinne a comandarlo: mi avvicinavo allo schermo per scrutarlo face to face?? le due impertinenti schiacciavano la barra spaziatrice e giù la pagina a velocità supersonica. Mi posizionavo su un fianco come Lilli Gruber dei tempi d'oro?? ecco che la zinna sinistra attivava il Ctrl. Di buono c'è che ho scoperto che Ctrl+rotella del mouse funge da zoom. Non si finisce mai di imparare.



Ho deciso che ci sarà abbondante materiale per un TO BE CONTINUED...e spero anche che finisca con un -e vissero tutte felici e contente-

Mi concedo un ultima profonda riflessione: avete visto la Iena delle Iene che è andata a toccare il pacco di Beckham per saggiarne la consistenza, per controllare se per Armani ha fatto pubblicità ingannevole??
Bene, ho scoperto cosa voglio fare da grande: farò la iena.
È che col culo che ho appena mi assumono faranno un servizio sul pacco di Brunetta, magari per controllare se è un fannullone.

mercoledì 13 gennaio 2010

Micropalle


Eccolo!
È lui, il post più atteso dal mio folto pubblico, lo sento che siete li a scalpitare …
Che poi non capisco perché tutta questa anticipazione, insomma, ormai sul tema micropalle mi sono profusa in ampie discussioni, lagnose lamentele, incazzatissime incazzature, indignate constatazioni e falliti tentativi di comprensione del fenomeno, oltre che a ancor più falliti tentativi di arginarlo, questo fenomeno.
Ma la micropalla dilaga senza freni, suina e aviaria gli fanno un baffo, non c’è vaccino né mascherina che tenga. Sono giunta a una conclusione: la micropallaggine è incurabile. Almeno da me.
Si tratta per chi se lo stesse chiedendo, di quella sindrome che colpisce il post-adolescente-pre-uomo-fatto-e-finito, nella fase in cui dovrebbe essere tutto uno tsunami di ormoni, e lo rende un rammolito, che in confronto Sampei con la sua canna da pesca aveva una carica erotica esagerata.
Due prugne della California, due litchis al posto degli attributi.
Non ci sono più gli uomini di una volta.
E non è un luogo comune, è una tesi con una sua logica: se gli uomini fossero sempre stati così, la specie si sarebbe estinta da un po’.
Ma dov’è finito l’uomo che non doveva chiedere mai, l’Egoiste che faceva sbattere le imposte a decine di donne incazzate, o almeno il macho macho man dei Village People??
E invece no, loro sono timidi, sensibili, eticamente corretti e attenti a non urtare gli altrui sentimenti.
Ma io dico:
Ti ho mai chiesto di amarmi e onorarmi fino alla fine dei nostri giorni?
Ti ho mai chiesto di rispettare i miei sentimenti, sempre ammesso che i sentimenti siano coinvolti in questa specifica faccenda??
Non si è proprio mai presentata nel tuo complessato cervellino l’idea che magari mi vanno solo quattro salti in padella, cambiando la location???
Usami, straziami, strappami l’anima come vuole Giuliano, oppure per essere meno poetici usami e gettami come i sacchetti dell’umido, il messaggio mi sembra efficace.
Capisco, l’uomo che non deve chiedere mai è un’idea un po’ retrò, ma anche quello che chiede permesso non è che entusiasmi…
Va bene l’emancipazione ma un minimo di iniziativa non la buttiamo via…anche perché se aspettate me, fioi bei, stiamo freschi…ho visto gente invecchiare nell’attesa…e non è che ci si conservi belle e pimpanti in eterno, poi cominciano i primi cedimenti strutturali, e conseguentemente psicologici, ed è tutta un’altra storia…
L’alternativa è rinunciare all’idea dell’uomo che ti prende e ti porta via, e aggredire il fortunato micro palla di turno con tutta la propria sfrontata femminilità. Insomma, schiaffargliela in faccia, marketing diretto.
Chissà se al CEPU fanno dei corsi accelerati.
Oppure potrei chiedere alla mia esima collega come minchia fa ad avere sempre successo. Perché se ne punto uno io, state pur certi che questo crede che madre natura gli ha piazzato quella cosina tanto simpatica come accessorio puramente estetico, così, un ninnolo perché gli avanzava del materiale, come quando fai la crostata e siccome ti avanza della pasta brisè aggiungi la decorazione floreale. Fosse poi carino come una rosa di pasta brisè...Se fosse quello lo scopo chi l’ha progettato avrebbe scelto un design differente, permettete l’osservazione…
Funziona così: se una ha un appuntamento, o qualcosa di vagamente simile, la mattina dopo quando entra in ufficio viene seguita passo passo dalla porta alla scrivania da 4 paia di occhi maliziosi. Poi si siede con nonchalance e i suddetti occhi maliziosi, la circondano fissandola con insistenza fino alla confessione. Non si scappa.
Bene, io entro e posso generalmente raccontare di bidoni motivati da scuse improbabili, lunghissime chiacchierate al chiaro di luna, sessioni di psicoterapia di coppia ove naturalmente io non sono mai una delle 2 parti interessate. Queste ultime sono le mie preferite.
Vanno per la maggiore e sto pensando di investire in un lettino per poter finalmente pronunciare il fichissimo “si stenda e mi parli dei suoi problemi”. Magari poi chiedo anche la parcella, così almeno arrotondo un po’ se non altro.
La mia esima collega come accennavo, bene, lei entra, ripone il suo cappotto, e la sua faccia parla già da sé. Sorriso sornione che non ha bisogno di sottotitoli.
Per non parlare di quando oltre al sorriso sornione lamenta pure una stanchezza indicibile, e un mal di schiena sospetto…
Anch’io ho mal di schiena, ma credo sia colpa dei pesi dell’allenamento di ieri…che soddisfazione....che poi il risultato è eccezionale: puntuale il mal di schiena, ma dei muscoli nemmeno l’ombra, mezza sega forever, un successo.

Insomma, questo tema è una fonte inesauribile di riflessioni ed aneddoti, meglio lasciarne un po’ per i prossimi post, se la mia pigrizia non vincerà sulla mia geniale creatività.

Quindi, in conclusione:
Se non me lo vuoi proprio dare, rispetto la tua decisione se
1) Mi schifi (ma comunque ci sono dei cessi che trombano come ricci, non c’è giustizia, per dio!)
2) Sei gay. Dichiarato o non. Per chi non avesse il coraggio di dichiararlo ufficialmente, mi prendo io l’onere e l’onore e faccio volentieri un comunicato stampa. Magari uno è timido e non lo vuole ammettere. Ma non è mica un problema. Hai capito? Se vuoi lo dichiaro io a tutti ufficialmente che la patonza non fa per te!
L’importante, per usare un francesismo, è non riempirmi il culo di luganeghe. Perché se andiamo avanti così altro che luganeghe, non ci sta neanche più un salamino beretta. Thanks.

PS: mi scuso con i lettori più sensibili e/o forbiti per le espressioni colorite di questo post. Ma certi argomenti non rendono se no… 